Il cane e l’agnello

A un agnello che belava in mezzo alle capre, un cane disse: “Stupido che non sei altro! Tua madre non sta qui” e gli indica lontano delle pecore che si erano staccate dal gregge. Ma l’agnello rispose così: “Non cerco quella che mi ha concepito per il suo piacere, che ha portato un peso ignoto per un certo numero di mesi e alla fine si è liberata del carico buttandolo giù. Io invece cerco quella che mi nutre offrendomi la mammella e priva i figli del latte perchè non manchi a me”. “Eppure quella che ti ha partorito è più importante” replicò il cane. “No, non è così – disse ancora l’agnello -. Sapeva forse se sarei stato bianco o nero? Andiamo avanti. Se avesse desiderato partorire una femmina, che cosa avrebbe ottenuto dando alla luce un maschio? Bel regalo davvero mi ha fatto mettendomi al mondo, a me che ogni ora temo che arrivi il macellaio. Quella che non ebbe alcun potere nel darmi la vita, perchè dovrebbe essere più importante di quella che si è mossa a compassione per me, che ero stato abbandonato, e che gratuitamente mi offre la sua generosità? E’ l’amore, non la necessità, che fa i genitori”. Con questa favola l’autore ha voluto dire che gli uomini resistono alle leggi ma si fanno conquistare da chi fa loro del bene.